Incidenti sul carrello elevatore

sicurezza

Incidenti sul carrello elevatore. Purtroppo si sente parlare ancora troppo spesso di incidenti sul lavoro. In questo articolo vogliamo parlarvi degli incidenti più comuni con il carrello elevatore perché la consapevolezza è prevenzione.

Incidenti sul carrello elevatore. Incidenti sul lavoro, ancora troppo frequenti.

Le cronache, ancora oggi, ci riportano troppo spesso notizie drammatiche che riguardano incidenti sul lavoro, e i magazzini con i carrelli elevatori, non fanno eccezione.

Stupisce perché gli strumenti per limitarli non mancano, anche se troppo spesso non vengono utilizzati. La tecnologia negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e con lei la sicurezza. E’ sempre bene ricordare, comunque, che oltre ai dispositivi è sempre fondamentale la prudenza, la competenza dell’operatore e la supervisione del responsabile dei lavori nonché del titolare dell’azienda.

E’ bene ricordare che quella sul carrello elevatore è una mansione pericolosa, di cui durante l’attività, non tutti sono sempre coscienti. Inoltre, spesso capita che solo nelle aziende più strutturate, la mansione del carrellista venga svolta da uno specialista. In troppi casi, ancora, il muletto viene condotto da personale non specializzato e non formato, ogni qualvolta ne abbia necessità.

Dovrebbe essere ovvio che ciascun operatore che utilizza il carrello elevatore, debba essere in possesso di adeguata formazione, in pratica sia specializzato proprio per quella delicata mansione.

Certo, quello che appare come un principio ovvio, è difficile da applicare nelle aziende di minori dimensioni che, fuori regola, rischiano in primis l’incidente, ma anche le ammende dell’Autorità competente .

Dunque, i cosiddetti “muletti” sono mezzi fondamentali purché utilizzati in modo appropriato e sempre da operatori addestrati in modo adeguato.

Proprio perché i  carrelli elevatori continuano ad essere “coinvolti” in  incidenti, in questo articolo vi parleremo di alcuni tra gli infortuni più comuni che possono accadere.

Incidenti sul carrello elevatore: le tipologie più comuni

La prima causa in assoluto, madre di tutti gli incidenti, è l’impreparazione del guidatore, privo di formazione, cioè addestrato male o addirittura non addestrato.


Può succedere, solo per fare un esempio, che un operatore inesperto o insufficientemente addestrato  non sappia come reagire in un ambiente di lavoro che cambia. Per questo motivo ogni azienda deve garantire formazione e supervisione adeguata dei guidatori.

Rimanere incastrati tra un carrello elevatore e un’altra superficie

Questa è la prima causa di decesso sul luogo di lavoro, anche se basterebbe un semplice accorgimento per evitare circostanza così drammatica.
Da studi recenti condotti dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (OSHA) emergono dati allarmanti sugli operatori di carrelli elevatori che  confermano i casi di ribaltamento come una delle principali cause di incidenti mortali sul luogo di lavoro. In questo tragico evento accade che l’operatore rimanga “intrappolato” tra il carrello elevatore e il pavimento, con conseguente trauma esteso al cranio o alla parte superiore del corpo.

Incidenti di questo tipo si potrebbero evitare semplicemente indossando correttamente le cinture di sicurezza, pratica ancora poco utilizzata tra gli operatori e poco controllata dai responsabili dell’area di lavoro.

Velocità del carrello elevata

Capita che l’operatore, dopo anni di lavoro sul carrello, tenda ad acquisire confidenza con il mezzo e, in alcuni casi, ad una guida imprudente e poco sicura.

area di lavoro

La velocità eccessiva, infatti, riduce il tempo di reazione del conducente che potrebbe non riuscire a fronteggiare eventuali collisioni o pericoli.

Carico troppo elevato

Questa evenienza, purtroppo, capita ancora troppo frequentemente in tutti i tipi di industrie, grandi o piccole. Le normative, invece, incoraggiano i conducenti a trasportare i carichi il più vicino possibile al suolo per evitare ribaltamenti.

Attenzione alle curve

La stabilità dei carrelli elevatori è progettata per carichi pesanti. Quando sono privi di carico perdono stabilità, soprattutto in curva. Anche di questo deve tenere conto l’autista.

Dunque, il comportamento migliore è quello di rallentare prima della curva e procedere a bassa velocità proprio per evitare ribaltamenti.

Segnaletica insufficiente

Nei magazzini, nei cantieri o ovunque si verifichi traffico di pedoni e veicoli, è necessario che le zone di passaggi di questi ultimi siano correttamente contrassegnate. La segnaletica usata e disposta correttamente può fare la differenza in quanto mette in allerta le persone da eventuali pericoli.

Tra i vari sistemi per contrassegnare le aree di passaggio dei veicoli, quelli più utilizzati sono la vernice e il nastro adesivo per pavimenti che può essere facilmente applicato e sostituito.

Trasporto di persone sui bracci anteriori del carrello

Capita ancora troppo spesso che un operatore trasporti un’altra persona sul carrello elevatore. Questa evenienza può creare situazioni molto pericolose!

Cadere da un carrello elevatore

Può capitare di cadere da un carrello elevatore solo se non ci si è attenuti ad una regola fondamentale: allacciare le cinture di sicurezza.

Ambiente di lavoro poco organizzato

Abbiamo già scritto in un precedente articolo quanto sia importante l’organizzazione e gli spazi dell’ambiente in cui opererà il muletto. Dunque prima dell’acquisto di un carrello elevatore, è necessario considerare bene lo spazio di lavoro dove andrà a lavorare. E’ fondamentale che sia organizzato e disponga dello spazio giusto per muoversi in totale sicurezza.

Alcuni suggerimenti per mantenere l’area sicura in ambienti dove ci sono carrelli

Dopo aver analizzato alcuni tra i più frequenti incidenti con il carrello elevatore, alcuni consigli su come mantenere l’area di lavoro sicura, in modo veicoli possano operare nel rispetto delle norme di sicurezza.

  • Mantenere ordinati i corridoi di passaggio
  • Mantenere un volume di traffico basso nell’area di lavoro
  • Rimuovere tutte le eventuali ostruzioni sul percorso
  • Mantenere la banchina di carico pulita
  • Altre ostruzioni pericolose possono essere gli odori, la polvere, una scarsa visibilità e il rumore.
  • Utilizzare i sistemi di sicurezza  per guadagnare in affidabilità, precisione e rigore.
  • Indossare sempre cinture di sicurezza, anche per brevi tragitti e l’adeguato abbigliamento da lavoro previsto dalla normativa vigente.

Perché si verificano incidenti con il carrello elevatore?

Negli Usa ogni anno si verificano 34.900 incidenti gravi con i carrelli elevatori, secondo il rapporto OEA Safeguard. La cattiva manutenzione del carrello elevatore, il non utilizzo dei sistemi di sicurezza o la mancata verifica  del corretto funzionamento di veicoli e dispositivi, sono tutti fattori che contribuiscono in gran parte agli incidenti con il carrello elevatore.

Norme di sicurezza per il funzionamento del carrello elevatore

L’ Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (OSHA) ha sviluppato standard di sicurezza per carrelli elevatori e altri carrelli industriali a motore.

  • I carrelli elevatori devono essere ispezionati prima di essere messi in servizio ogni giorno.
  • I problemi con le macchine devono essere segnalati e immediatamente corretti.
  • Quando i lavoratori utilizzano una piattaforma elevata sulle forche, è necessario utilizzare un dispositivo di ritenuta, come un binario o una catena o una cintura per il corpo per proteggere il lavoratore.

L’OSHA richiede che gli operatori di carrelli elevatori siano addestrati e autorizzati, nonché valutati periodicamente per le prestazioni. La formazione degli operatori include istruzioni per:

  • Operazione camion
  • Caricamento del carrello elevatore
  • Uso delle cinture di sicurezza
  • Strutture di protezione aerea
  • Allarmi
  • Manutenzione camion industriali

Inoltre, è sempre richiesto un nuovo esame all’operatore nel caso in cui si osservi un comportamento non sicuro o sia coinvolto in un incidente.

Si raccomanda anche di  le seguenti azioni per ridurre gli incidenti dovuti al ribaltamento e alla caduta dai carrelli elevatori:

  • Non saltare dal sedile dell’operatore del carrello elevatore in caso di pericolo, anche se verrebbe spontaneo farlo. Viene raccomandato di rimanere seduti, tenersi forte e allontanarsi dal punto di impatto.
  • Utilizzare le cinture di sicurezza per l’operatore . Molte delle lesioni e dei decessi causati dal ribaltamento dei carrelli elevatori potrebbero essere evitati se si utilizzassero le cinture di sicurezza. Un sistema di ritenuta impedisce all’operatore di cadere dal carrello elevatore e riduce le possibilità che il conducente venga sbalzato fuori dal veicolo.
  • Assicurarsi che qualsiasi piattaforma sia adeguatamente fissata durante il sollevamento del personale su un carrello elevatore.
  • Addestrare gli operatori di carrelli elevatori di tipo stand-up con accesso posteriore ad uscire dal veicolo facendo un passo indietro in caso di ribaltamento laterale.
  • Non movimentare carichi più pesanti della portata prevista per il carrello elevatore.
  • Non superare mai la velocità indicata dalla norme vigenti e, anche al di sotto di questo limite, modularla in base all’ambiente e della situazione in cui il carrello sta operando. 
  • Non utilizzare un carrello elevatore per sollevare i lavoratori in piedi sulle forche.

SMARTPASS

Consulta  sito della Tamarri S.r.l per conoscere meglio il catalogo degli accessori e i sistemi di sicurezza.

Tamarri: Affidabilità, Sicurezza, Rigore! 😉

Il rallentamento del carrello in aree specifiche

Il rallentamento del carrello. La sicurezza dei veicoli all’interno dei magazzini e delle aree produttive è un tema fondamentale che necessita di dispositivi sempre più sicuri e tecnologici. La Tamarri è da sempre in prima linea per ricerca e distribuzione delle migliori soluzioni in questo ambito.

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Il rallentamento del carrello: una questione di sicurezza

Quello della sicurezza è un argomento molto sentito all’interno dei magazzini e delle aree produttive in genere. In particolare quello del rallentamento del carrello in aree specifiche e in zone particolarmente sensibili.

schema rallentamento incrocio

Le leggi sulla sicurezza sul lavoro sono sempre più specifiche e severe, così come i regolamenti. I magazzini, seppur altamente automatizzati, devono tenere conto di molte variabili, spesso inaspettate. Ad esempio i movimenti dei pedoni all’interno di specifiche aree di manovra, corridoi “ciechi” nei quali i mezzi fanno manovre.

Entrano dunque in gioco dispositivi e soluzioni sempre più tecnologiche e di elevato livello, gestite e comandate da remoto attraverso siti web, cellulari e tablet.

Su questo aspetto fondamentale Tamarri ha voluto dare il suo contributo.

Leggi come!😉

Tamarri e il rallentamento in zona e in area

La Tamarri S.r.l. ha creato il dispositivo per il rallentamento del carrello elevatore attraverso la combinazione altamente tecnologica di sensori e trasmettitori. Ma vediamo come.

Cosa fa
Con la combinazione di diversi sensori e trasmettitori della gamma STS, è possibile rallentare il carrello in aree medio grandi, come per esempio aree produttive, corridoi, magazzini con alta densità di pedoni, o in aree specifiche, come ad esempio passaggi pedonali, incroci, uffici. Analizziamo ora i dispositivi utilizzati all’interno dell’ecosistema STS.

Dispositivi utilizzati e dati tecnici dei singoli componenti

STS90A dispositivo carrello 12-24V

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DISPOSITIVO CARRELLO, è il fulcro centrale del sistema, adibito alla raccolta dei segnali, dei dati e della parametrizzazione del sistema. Presenta 2 relè a bordo per controllo accessi e riduzione velocità, sensore d’urti.

Trasmettitori alimentati fissaggio a muro 

Questi trasmettitori permettono di automatizzare il rallentamento e la ripresa della velocità del mezzo in aree specifiche

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• STS95 trasmettitore di limitazione in area
• STS94 trasmettitore di ripristino funzioni
• STS99 trasmettitore di limitazione in zona

Sono equipaggiati di una batteria tampone ricaricabile LIR2450 per coprire i periodi di blackout, per i quali è necessaria alimentazione esterna (sono dispositivi consigliati).

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Trasmettitori a pila fissaggio a muro:
• STS95P trasmettitore di limitazione in area
• STS94P trasmettitore di ripristino funzioni
• STS99P trasmettitore di limitazione in zona

Molto più semplici da applicare, ma che necessitano di manutenzione periodica (sostituzione della pila CR2450 3,6Vogni 6/8 mesi).

I trasmettitori di limitazione in zona STS95 e STS95P vengono normalmente utilizzati per gestire i varchi di accesso nelle zone a rischio. Quando il dispositivo carrello STS90A entra nella “bolla” del sensore il relè k2 si chiude, la luce del dispositivo da verde diventa arancione e la velocità viene ridotta. Lo stato del relè rimane tale, anche quando si esce dalla zona di intercettazione del sensore o se si spegne e si riaccende il mezzo.

I trasmettitori di ripristino funzioni STS94 e STS94P, rappresentano gli antagonisti dei trasmettitori di rallentamento. Quando il carrello precedentemente rallentato entra nella “bolla” del sensore, il relè k2 si riapre e  la luce del dispositivo torna verde ripristinando la velocità standard del mezzo.

I trasmettitori di limitazione in area STS99 e STS99P vengono utilizzati per limitare la velocità dei mezzi in aree ristrette, passaggi pedonali, aree di ristoro, incroci e uffici. Quando il dispositivo carrello STS90A entra nella zona del sensore, il relè k2 si chiude, la luce del dispositivo diventa rossa e la velocità del mezzo viene limitata.

Dopo un determinato lasso di tempo espresso in secondi – impostabile attraverso SafeTApp – dal momento in cui il mezzo esce dalla “bolla” del sensore, il relè k2 si riapre, la luce del dispositivo torna verde e viene ripristinata la velocità standard del mezzo.

Informazioni generali di utilizzo e di montaggio

Il dispositivo STS90A, va montato preferibilmente sul tettuccio del carrello. Possono essere attivati sia il controllo accessi che controllo urti, anche se la specifica funzione della limitazione del sollevamento non li richiede.

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Esempi di applicazione dei sensori STS94-STS95 per il rallentamento in zona.

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Esempi di applicazione dei sensori STS99 per il rallentamento in area.

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Un controllo completo grazie alla APP SafeTApp

Grazie alla piattaforma STS in cloud, tutti i dispositivi e trasmettitori della serie STS sono gestibili attraverso la nostra applicazione Android gratuita. Attraverso un semplice cellulare o tablet è possibile quindi gestire tutti i parametri dei dispositivi: rallentamento mezzi in area e in zona, anticollisione, pedone, apriporta, segnalazioni semaforiche, e molto altro!

Distanze, tempi e tutte le parametrizzazioni dei singoli dispositivi possono essere comodamente effettuate attraverso la SafeTApp.

Tutti i dispositivi e trasmettitori della serie STS, nonché i sistemi con essi realizzati, NON sono da considerarsi DPI (DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE) e NON sostituiscono tali dispositivi di cui l’utente deve essere fornito secondo diposizioni di legge. Rappresentano tuttavia un valido aiuto alla sicurezza in tutti i settori.

La vendita dei sistemi STS è riservata alle sole officine specializzate del settore.

La Tamarri S.r.l. continua il suo impegno concreto per la sicurezza sul lavoro. Infatti in collaborazione con DOT-net, Tamarri ha sviluppato un sistema che, insieme a diverse altre caratteristiche, ha anche quella del rallentamento in area! Scopri di più sulla pagina dedicata della Piattaforma STS

Formazione dei carrellisti in totale sicurezza

formazione carrellisti

Tamarri S.r.l. ha ideato un nuovo sistema, semplice ed economico, per bloccare i mezzi in caso di pericolo durante i corsi dedicati ai carrellisti. Non sempre gli aspiranti carrellisti hanno piena padronanza dei mezzi, anzi, in alcuni casi possono rappresentare un pericolo per se stessi, per persone e cose.

 

Formazione dei carrellisti: la soluzione Tamarri

La Tamarri S.r.l. è da sempre attenta alla sicurezza, non soltanto nei magazzini, ma anche durante tutti i percorsi di formazione degli operatori. Un piccolo passo per la sicurezza anche nella delicata fase della formazione dei nuovi operatori.

Per questo abbiamo deciso di mettere a punto un nuovo sistema di protezione interamente dedicato alla delicata fase di guida durante i corsi di formazione degli operatori del carrello elevatore.

Formazione dei carrellisti: Il kit  SS22

Il kit  SS22  è composto da:
1 dispositivo carrello STS90A
1 Trasmettitore a pulsante STS89 (telecomando)

Prendendo ispirazione dai doppi pedali, obbligatori per le auto di scuola guida, abbiamo sfruttato le caratteristiche dei dispositivi già utilizzati per il rallentamento automatico dei mezzi, semplicemente forzando lo stato del relè di accensione all’interno del nostro STS90A mediante un telecomando.

E’ sufficiente premere il pulsante del telecomando per avere un’azione immediata sul relè, che opportunamente gestito, può fermare il mezzo in caso di pericolo.

Le distanze sono regolabili attraverso APP gratuita Android, come  tutti i trasmettitori della serie SafeTsystem.

Tamarri, tutto il meglio per i carelli elevatori! 😉

Agisci al plurale

team

Agisci al plurale. “Un sogno che si sogna da soli è solo un sogno. Un sogno che si sogna insieme è realtà.”
(John Lennon)

Agisci al plurale: collaborazione e individualità

Collaborare significa partecipare attivamente, per raggiungere il compimento di un lavoro o lo svolgimento di un’attività. All’interno dell’azienda la collaborazione è fondamentale, come relazione sinergica tra due o più realtà che lavorano insieme. Il fine precipuo è quello di produrre qualcosa di meglio di ciò che si potrebbe fare da soli.

“Collaborazione”, tuttavia, non deve essere in contrasto con “Individualità”.

Una delle più celebri massime sul lavoro di squadra, attribuita all’assistant coach dei Chicago Bulls Tex Winter, recita: “there is no ‘I’ in ‘team’”. Si dice anche che la stella di quel team, Michael Jordan, replicò così: “but there is an ‘I’ in ‘win’”.

Vero: non c’è spazio all’individualismo nella collaborazione. Ma una collaborazione di successo richiede spazio all’individualità, oggi più che mai, oggi che pensare di poter lavorare in solitudine è diventato quasi impossibile.

Non solo: anche noi stessi, individualmente, abbiamo un “team interno”, e siamo come una squadra composta da diverse personalità diverse, con diversi interessi e desideri, anche divergenti.

Agisci al plurale: collaborazione ed empatia

L’obiettivo della giornata del io-professionista, per esempio, potrebbe non coincidere con quello dell’ io-in-famiglia. Ciascuno dà il meglio di sé se è in equilibrio con la propria vita, e quindi collaborare significa contribuire all’equilibrio reciproco.

Collaborare, specie oggi che le tecnologie ci danno accesso a strumenti sempre più efficaci e pervasivi di connessione (la magia – impensabile 15 anni fa – di una videocall) e di sharing (l’agilità di un documento di lavoro condiviso), diventa allora anche e soprattutto una questione di empatia, un delicato incastro di “frattali” tra il nostro “team interno” e i veri e propri “team esterni” di cui facciamo parte.

Condividere un obiettivo di progetto conta, eccome; ma collaborare con qualcuno per far sì che sia i nostri sia i suoi desideri ed esigenze più “sottili” ne escano gratificati e valorizzati, è ciò che fa la differenza nel nostro (e nell’altrui) work-life balance.

Il consiglio: collabora di più e meglio, con gli altri e con te stessa/o. Nell’era dello sharing, a essere “condivisi” non sono solo i progetti e gli obiettivi, ma anche le persone, i loro valori, le loro sensibilità, i loro multipli desideri: impegnati a far sì che tutto – non solo il risultato del
progetto – ne esca migliorato. Anche perché se impari a rispettare il tempo degli altri, gli altri impareranno a rispettare il tuo.

Agisci al plurale: fatti le domande giuste

Cosa posso fare concretamente per facilitare la collaborazione a tutto tondo nel mio team?
Come tengo conto delle esigenze e dei desideri “vitali” delle persone con cui collaboro?
Quali domande faccio ai miei colleghi per stimolarli e arricchire le mie e le loro idee?
Come valuto il mio livello di ascolto attivo? E come potrei miglioralo?

L’allenamento

Allenamento #1 – Tecnologia per collaborare

Per una settimana, segui alcune semplici regole per utilizzare la tecnologia in modo collaborativo, non solo finalizzato al raggiungimento di un dato obiettivo ma anche rispetto alle esigenze delle altre persone:
Trasparenza: condividi la tua agenda e fa’ in modo che gli altri condividano la propria con te.
Pulizia: tutte le volte che puoi, metti al massimo 3 persone in copia conoscenza in un’email, per evitare la moltiplicazione di informazioni che potrebbero prendere attenzione inutile dagli altri.
Allineamento: lavora su documenti condivisi, per evitare sforzi superflui e sprechi di tempo (per esempio, per non lavorare in parallelo su versioni diverse dello stesso file).
Accuratezza: invia email mirate e concise, 5-10 righe al massimo, con un oggetto inequivocabile e una struttura dei contenuti comprensibile a colpo d’occhio.
Empatia: invia email solo in ore rispettose (“sociable hours”), evitando le sere e i weekend, limitandoti a comunicare ciò che l’altra persona si aspetta di sapere da te, o ciò che è rilevante per lei.

Allenamento #2 – Intelligenza collettiva

Per un settimana, segui 7 semplici regole per collaborare e creare insieme agli altri soluzioni innovative, frutto di intelligenza collettiva.
– Anziché “del Diavolo”, fa’ “l’Avvocato dell’Angelo”: non mettere in crisi le idee degli altri ma incoraggiali a generarne di nuove “rilanciando” sulle loro (evita “sì, ma…” e usa il “sì, e…”).
Rispetta le regole del brainstorming non solo nelle sessioni dedicate ma in ogni momento di condivisione e scambio di idee con altre persone. Separa la fase creativa di generazione delle idee (fase divergente) dal giudizio (fase convergente): quando sei nella prima, “surfa” in libertà tra le idee degli altri e, solo nella seconda, esprimi con chiarezza e rispetto il tuo consenso o dissenso.
Facilita il pensiero collettivo: connetti e metti in relazione le tue idee con quelle degli altri e quelle degli altri tra loro (“la tua idea mi fa pensare a…”)
Ascolta in modo attivo, fai domande agli altri per capire meglio come e cosa pensano. Coinvolgi, offri e chiedi suggerimenti e consigli.

Relativizza: parti dal presupposto che le tue convinzioni sono un punto di vista, non un dogma inderogabile. Mettiti in discussione, invita gli altri a sfidare le tue idee e cerca continuamente spunti per migliorare il tuo pensiero con l’aiuto degli altri.
Occhi sempre chiusi e attenzione sul respiro ti aiuteranno a prendere sonno rapidamente.
Nessuna distrazione: il “flight mode” del telefono è il tuo miglior amico!

Tamarri: per una tecnologia all’insegna dell’empatia! 😉